Consorzio Desio e Brianza: nessuna intesa per il mantenimento del CCNL Funzioni Locali

Consorzio Desio e Brianza: nessuna intesa per il mantenimento del CCNL Funzioni Locali

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E’ giunto ad uno stallo il tavolo di contrattazione tra la FP CGIL, la CISL FP, l’RSU e la delegazione trattante del Consorzio Desio e Brianza.

Le trattative, che si erano aperte a seguito della scelta dell’azienda di disdettare formalmente il Contratto Funzioni Locali (applicato a circa 130 dipendenti) e di applicare il CCNL Uneba, si sono bloccate su posizioni inconciliabili riguardanti i futuri rinnovi contrattuali e l’inquadramento del personale.

Ma facciamo un passo indietro.

Nel febbraio 2021 Consorzio Desio e Brianza (Ente pubblico divenuto Azienda Speciale Consortile il 1/1/2009) comunica la formale disdetta del CCNL Funzioni Locali. Da subito sindacati confederali e RSU, forti del mandato dei lavoratori, si oppongono alla decisione chiedendo l’interruzione dell’ITER sia al CDA dell’Azienda Speciale Consortile che all’Assemblea dei soci (costituita dai 7 comuni consorziati: Nova milanese, Bovisio Masciago, Lentate sul Seveso, Desio, Muggiò, Cesano Maderno e Varedo).

Tutte le richieste vengono respinte e, in una lettera del luglio scorso, i comuni ribadiscono il mandato al consiglio di amministrazione dell’Azienda Speciale di procedere con la scelta di un nuovo contratto di lavoro.

Le motivazioni, riferisce l’azienda a lavoratori e sindacati, attengono alla necessità di risolvere una problematica relativa al pagamento delle indennità di malattia. Il messaggio INPS n. 803 del 27702/2019 ha infatti chiarito che INPS non provvederà al conguaglio delle cifre destinate al pagamento delle indennità di malattia poiché il CCNL Funzioni Locali prevede espressamente che tali indennità siano interamente a carico del datore di lavoro. Il mancato conguaglio comporta una spesa annua, per le casse del Consorzio, di circa 90.000€ che andrebbero recuperati attraverso l’applicazione di un contratto privatistico.

A seguito di questo e con l’obiettivo, si sostiene nella lettera di disdetta, di applicare un contratto che sia più vicino alla tipologia di servizio, l’Azienda sceglie il CCNL Uneba , un contratto privatistico afferente alla sfera del socio sanitario assistenziale, e si impegna a contrattare con le rappresentanze sindacali un accordo integrativo che non faccia perdere alcun diritto alle lavoratrici e ai lavoratori.

CGIL e CISL unitamente all’RSU e su mandato dell’assemblea dei dipendenti, al fine di tutelare i loro diritti evitando un’azione unilaterale della controparte, avviano un tavolo di confronto per la stesura di un contratto integrativo che consenta di mantenere non solo i livelli retributivi acquisiti ma anche tutte le tutele normative proprie del CCNL Funzioni Locali.

Riferisce Silvia Papini – la funzionaria FP CGIL che sta seguendo la contrattazione – che “condizioni imprescindibili per l’avvio della contrattazione sono state: la garanzia che l’integrativo avesse valore non solo per gli attuali dipendenti di Consorzio ma anche per i futuri, che non si venissero a creare differenze tra dipendenti, la garanzia che nessun diritto normativo andasse perso e  che non vi fossero conseguenze negative in termini economici a seguito del passaggio”

La stesura del contratto integrativo è andata avanti per mesi con la condivisione di ogni punto proposto e discusso (orario settimanale mantenuto a 36 ore, differenze economiche sanate attraverso l’attribuzione di un superminimo non riassorbibile, mantenimento dei permessi e dei giorni di ferie previsti dal CCNL Enti Locali, integrazione per indennità di malattia, mantenimento delle indennità in essere, ecc) fino a martedì scorso quando le posizioni di sindacati e Consorzio sono apparse inconciliabili su due temi: la classificazione del personale e il riconoscimento degli aumenti economici legati ai futuri rinnovi del CCNL Funzioni Locali.

“Entrambe le parti – continua Silvia Papini - hanno dichiarato l’intenzione di non retrocedere dalle proprie posizioni creando quindi una frattura non sanabile nell’immediato. Dal nostro punto di vista la proposta della delegazione trattante di riconoscere gli aumenti contrattuali di un solo rinnovo del CCNL Funzioni Locali non è ricevibile. Significherebbe, infatti, creare, negli anni, un gap retributivo tra quanto i lavoratori e le lavoratrici avrebbero ottenuto restando con l’attuale contratto e quanto, invece, gli viene riconosciuto col nuovo. Inoltre la proposta di differenziare arbitrariamente alcune categorie attraverso una nuova classificazione del personale appare lontana dalle condizioni che ci eravamo imposti per l’avvio della contrattazione. Motivo per cui non possiamo continuare a trattare senza prima confrontarci con le lavoratrici e i lavoratori ”.

Le rappresentanze sindacali hanno quindi chiesto di interrompere la trattativa al fine di avviare una consultazione dei dipendenti e ricevere da loro un mandato a proseguire o interrompere definitivamente il confronto avviando, eventualmente, tutte le iniziative di mobilitazione possibili.

L’assemblea è già stata convocata per il 25 novembre e il prossimo incontro delle due delegazioni già fissato per il 1 dicembre data in cui le rappresentanze sindacali riferiranno la decisione assunta.

Nel frattempo resta in essere la richiesta di ritirare la disdetta del CCNL Funzioni Locali garantendo alle lavoratrici e ai lavoratori il Contratto con cui sono stati assunti in ragione della natura pubblica del servizio che l’Azienda eroga alla cittadinanza.

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