Anticipo contratti 22/24? Attenti al gioco delle tre carte del Governo!

Anticipo contratti 22/24? Attenti al gioco delle tre carte del Governo!

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L’ Art. 3 del decreto Legge 145/2023 emanato unilateralmente dal Governo senza confronto con le Organizzazioni Sindacali prevede il così detto “Anticipo rinnovo contratti pubblici”. Ma cosa vuol dire veramente? E cosa prevede come effetto reale?

VEDIAMO INSIEME COSA C'E' SCRITTO

“Nelle more della definizione del quadro finanziario complessivo relativo ai rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024
[perché ad oggi ancora non si sa quanto il Governo stanzierà complessivamente sui CCNL]

per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato dipendente dalle amministrazioni statali, [perché i tempi determinati non vedranno l’anticipo in un’unica soluzione a dicembre ma avranno la rivalutazione della sola IVC moltiplicata per 6,7 a partire da gennaio]

in via eccezionale, l'emolumento di cui all'articolo 1, comma 609, secondo periodo, della legge 30 dicembre 2021, n. 234
[IVC riconosciuta dello 0,3% dal 1° aprile 2022 al 30 giugno 2022 e dello 0,5% a decorrere dal 1° luglio 2022]

nel mese di dicembre 2023 è incrementato, a valere sul 2024, di un importo pari a 6,7 volte il relativo valore annuale attualmente erogato, salvi eventuali successivi conguagli”
[solo per le amministrazioni statali e per la sanità con risorse vincolate nel FSN]

“Le amministrazioni di cui all'articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 possono erogare al proprio personale dipendente a tempo indeterminato l'incremento di cui al comma 1 con le modalità e nella misura di cui al medesimo comma 1 con oneri a carico dei propri bilanci”
[significa che per le amministrazioni diverse da quelle statali e dalla sanità, ad esempio tutte le amministrazioni locali “potranno” se lo decideranno anticipare l’IVC rivalutata 6,7 con risorse da bilancio altrimenti le lavoratrici e lavoratori vedranno l’incremento mensilizzato da gennaio. In questo caso spetterà a quelle amministrazioni decidere come trattenere l’anticipo per i tempi determinati]

La Cgil ha ribadito al tavolo con il Ministro Zangrillo quanto segue:

  • con l’inflazione così alta (a seconda della modalità di calcolo il 16%-18%) il recupero del potere d’acquisto degli stipendi non può fermarsi al 5-6% come ha affermato il Ministro, non si tratta di cifre in valore assoluto (circa 5 mld per lo stato e 2,3 per la sanità) ma di come rendiamo possibile ai dipendenti pubblici reggere l’aumento dei prezzi con stipendi così bassi. Per questo non condividiamo la scelta di aver deciso di erogare anticipi irrisori dividendo i precari e gli stabili, stato e sanità da enti locali, con un effetto paradossale: chi percepirà gli anticipi contrattuali in un’unica soluzione a dicembre, a gennaio non vedrà effetti sulla busta paga in positivo ma vedrà una cifra decurtata dell’emolumento accessorio una tantum erogato nel 2023 che scompare dal 1 gennaio 2024! Riteniamo sbagliato aver deciso senza contrattazione come trattare il tema dei salari nella Pubblica Amministrazione.
  • non siamo disponibili a rinunciare allo sblocco del salario accessorio mentre il Governo ha previsto di lasciare inalterati i tetti dell’art. 23 del dlgs 75/17 e di non rifinanziare l’incremento dello 0,22 % dei fondi ottenuto con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale del 10 marzo 2021, che chiediamo di aumentare;
  • chiediamo di rifinanziare, aumentandone il valore, lo 0,55% finalizzato alla riforma dell’ordinamento, per consentire di portare a regime il nuovo sistema di classificazione consentendo a tutti la riclassificazione;
  • non condividiamo la dichiarazione del Ministro che ha anticipato che nell’atto di indirizzo per i rinnovi CCNL 2022-24 la performance e il salario accessorio siano legati al merito, ancora una volta senza confronto preventivo con le organizzazioni sindacali;
  • chiediamo un piano straordinario di assunzioni oltre il turn over, stabilizzare tutti i precari e far scorrere le graduatorie degli idonei fino ad esaurimento.

Più salario, più assunzioni, meno vincoli e tetti per la contrattazione, questo abbiamo chiesto e risposte in tal senso non sono arrivate.

 

Non ci accontentiamo di questo anticipo vogliamo risorse adeguate per i Contratti e per tutti i Comparti!

 

Quando vi diranno che non ci sono abbastanza fondi per le progressioni, che non si possono rivalutare le indennità, che non abbiamo risorse per aumentare il valore della produttività ricordatevi chi in queste ore sta dando giudizi di soddisfazione e chi come la CGIL sta dicendo che così non va!


 

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