La giurisprudenza di legittimità è ormai costantemente orientata, anche per effetto di diverse sentenze della Corte di giustizia europea, a riconoscere come principio generale il diritto del lavoratore, durante il periodo di ferie, a una retribuzione che includa anche “qualsiasi importo pecuniario che si ponga in rapporto di collegamento all’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore” (Cass. 35146/2023).

Infatti, nelle direttive europee richiamate dalla giurisprudenza, l’obbligo di remunerare il periodo di ferie annuali intende perseguire l’obbiettivo per cui, durante la fruizione del tempo di riposo, il lavoratore mantenga sempre lo stesso identico livello retributivo ordinariamente riconosciuto nel periodo lavorato.

Alla luce di tale giurisprudenza e del suo costante consolidarsi, tenendo conto delle previsioni del CCNL e dei pareri legali acquisiti, crediamo che la retribuzione che viene garantita durante i periodi di ferie debba includere tutte le indennità che presentano le caratteristiche richiamate.

Nell’attesa che l’apertura della stagione contrattuale permetta di esplicitare meglio questa modalità di computo, appare fin da ora opportuno che i lavoratori interessati procedano a mettere in mora le amministrazioni, nel caso in cui queste non riconoscessero, durante i giorni di ferie, le indennità correlate all’esecuzione delle mansioni e allo status personale e professionale del lavoratore.

Per agevolare e velocizzare il percorso vertenziale la FP CGIL ha predisposto i facsimili editabili di lettera di diffida, distinti per i tre comparti pubblici (sanità, funzioni locali e funzioni centrali), che ciascun lavoratore o lavoratrice interessato.dovrà compilare e inoltrare con pec o raccomandata al proprio datore di lavoro.

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